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29.11.2018 – Giornata outdoor con i bambini dell’orfanotrofio Yamuna Childrens Home

L’ultimo giorno a Kathmandu prima del rientro in Svizzera lo abbiamo dedicato a regalare un po’ di serenità alla quarantina di ospiti dai 4 ai 16-18 anni dell’orfanotrofio Yamunas Childrens Home (https://yamunahomes.org.np). Alcuni hanno perso la loro casa durante il terremoto del 2015, e a volte anche la loro famiglia perché l’intero villaggio è andato distrutto. Altri invece sono stati abbandonati per strada dalla loro famiglia perché troppo numerosa e onerosa da mantenere, oppure provenienti da famiglie residenti in villaggi poveri, lontani, isolati e senza scuola. La struttura offre loro una casa, istruzione e assistenza medica. È gestita dal Signor Serki Sherpa, cresciuto a sua volta in un orfanotrofio perché i suoi genitori non avevano i mezzi per mandarlo a scuola. Dal 2015, con sua moglie ed altri impiegati, si prende cura di questi bambini bisognosi convivendo in un modesto edificio di 2 piani, preso in affitto in una zona rurale della periferia di Kathmandu. Docente di formazione, Serki insegna grammatica inglese in una scuola che dista 10 minuti a piedi dall’orfanotrofio, frequentata anche dai bambini del Yamunas C.H.
Decidiamo di offrire loro una giornata speciale, affittando a spese nostre un bus per una scampagnata con pic-nic in un’area di svago fuori Kathmandu. Serki ci confida poi che è la prima volta che qualcuno li invita per una gita fuori porta. Arriviamo sul posto con i nostri amici Dawa e Mingma Sherpa e Stefano Mancini, e troviamo lo staff di cucina già all’opera: 5 signore abbigliate con i vestiti della festa che stanno avviando la preparazione del pranzo in pentoloni su fornelli a gas. I bambini arrivano in bus direttamente dall’orfanotrofio, vestiti con la loro divisa ufficiale e ci raggiungono salutandoci allegramente con un namaste, molto curiosi della giornata. Lì ho potuto finalmente incontrare anche la piccola Da Sangmu Sherpa, la bimba di 5 anni che ho in adozione a distanza. Confesso che ho pianto di gioia quando ho visto per la prima volta questa principessina corrermi incontro e presentarsi con naturale disinvoltura.

Le signore della cucina, aiutate dai ragazzi più grandi, hanno subito servito una colazione con masala milk tea, fette di pane toast spalmate di marmellata e un uovo sodo a tutti.
Dalla Svizzera ho portato loro dei palloncini da gonfiare, 2 scatoline di colori e pennarelli, un plicco di mandala da colorare e pochi altri giochini facili da trasportare. Per strada a Kathmandu ho poi recuperato anche due palloni da calcio. Tutti si sono subito occupati a colorare i mandala o a gonfiare palloncini o a giocare con qualcosa. Chi sdraiati per terra su due teloni di plastica, chi sulle poche panchine disponibili, chi contro il muro della cucina, aspettando che il colore che volevano usare si liberasse da qualcun altro, consumandoli letteralmente fino alla fine. Avendone solo una a disposizione, c’era chi attendeva pazientemente il suo turno per saltare la cordicella. I più grandi giocavano a calcio, ma hanno anche aiutato responsabilmente le cuoche a pulire le verdure e a preparare il pranzo. Altri ballavano a ritmo di litanie popolari nepalesi come il ‘Resham Firiri’. Con loro siamo tornati un po’ bambini anche noi, giocando spensieratamente al girotondo, a nascondino, a fare palleggi e a far scoppiare i palloncini o recitando semplici filastrocche e mimando la ‘bella lavanderina’. Avvolti da un’atmosfera di grande allegria, immediatamente i bambini prendevano confidenza con noi e, molto bisognosi di affetto, ci sono rimasti appiccicati tutto il giorno. Interagendo con loro scopriamo in breve tempo le loro individuali personalità e i loro caratteri diversi. Alcuni ci raccontano i loro sogni di studio e di lavoro da grandi. Ci capivamo con poche essenziali parole di inglese e a gesti, ma soprattutto erano i loro occhioni a mandorla ed i loro sorrisi a parlare con infinita tenerezza. Traspariva grande gratitudine e meraviglia da parte di tutti loro anche solo per aver ricevuto piccole attenzioni. Una giornata davvero intensa e speciale, improvvisata in tutta semplicità (a prova che con pochi mezzi si può fare davvero molto), in forte contrasto con l’abbondanza e l’assuefazione occidentale di chi ha tutto (anche il superfluo) ma mai abbastanza.
Più tardi abbiamo pranzato con un piatto di ottimo dalbhat: riso, pollo arrosto, zuppa di lenticchie e verdure al curry e altre spezie. Colpisce anche la pazienza di questi bambini che si sono messi in fila ordinatamente aspettando ognuno il proprio turno per ricevere il proprio piattone di cibo. I più grandi aiutavano i più piccoli. Nessuno ha mai cercato di superare l’altro, e l’impressione era che pur essendo orfani, questi bambini avessero ritrovato una grande famiglia con una quarantina di fratelli e sorelle, complici, solidali e amicali, con la supervisione di bravissimi responsabili.
Ormai al crepuscolo siamo poi tornati tutti assieme in bus all’orfanotrofio. Tutti volevano tenerci per mano e sedersi vicino a noi: la metà di loro si era addormentata, l’altra metà cantava ancora a squarciagola. All’orfanotrofio, grazie ad alcuni generosi donatori, abbiamo poi consegnato un’iMac del 2008 perfettamente funzionante, dei DVD di film d’animazione, una valigia di 30 kg di vestiti, dei piccoli giochi di società e peluches, finalmente è arrivata anche una rete per il tavolo da ping pong, e per alcuni fortunati tra loro anche dei regalini personali ricevuti tramite noi dai loro rispettivi padrini/madrine ticinesi. Ci siamo purtroppo congedati velocemente, ma eravamo tutti consapevoli della meravigliosa giornata trascorsa insieme in allegria e serenità, con la promessa di tornare e trascorrerne un’altra altrettanto bella l’anno prossimo, perché abbiamo dato ma anche ricevuto tanto affetto ed un pezzo del nostro cuore è rimasto laggiù al Yamuna C.H.

(L’Associazione Mani per il Nepal sostiene l’orfanotrofio Yamuna Childrens Home coordinando padrinati a distanza e fornendo vestiti, giochi e materiale di prima necessità.)